I dirigenti locali leghisti del Nord chiedono di essere ascoltati da Salvini.
Militanti locali della Lega in Lombardia, il cuore della Lega Nord, insorgono contro Salvini e inviano una lettera alla segreteria nazionale della Lega. “La realtà dei nostri giorni ci obbliga a fermarci e riflettere”, scrivono nella lettera indirizzata anche ai vertici lombardi. La vecchia Lega padana sta mettendo in dubbio la direzione del partito dopo gli ultimi insuccessi alle amministrative e si muovono per raccogliere le firme.
L’obiettivo della raccolta firma è chiedere ai vertici di ascoltare la base, “condividendo tra noi delusioni, amarezze e mal di pancia, abbiamo deciso di mettere per iscritto alcune osservazioni, perché chi occupa il giusto posto possa riflettere su ciò che la ‘base’ evidenzia e chiede, affinché le defezioni e i malumori diminuiscano e i militanti possano ritrovarsi ancora, come ai vecchi tempi” scrivono i dissidenti leghisti.
I militanti lombardi richiamano i vecchi valori di quando a capo del partito c’era Bossi “simbolo del Nord, di quella parte territoriale viva, produttiva, capace, ricca di positive prospettive per il futuro”, una sorta di nostalgia del passato leghista più intransigente e più territoriale. La svolta nazionale di Salvini non è andata giù a molti tra cui questi che ora si ribellano contro il tradimento commesso dal partito nei confronti di questi valori ormai dimenticati e messi da parte che formavano il vecchio partito.
La richiesta della Lega Nord
Tra le richieste, la rappresentanza territoriale, i leghisti chiedono che tornino a essere elette le figure di riferimento senza più commissari. L’insofferenza dei militanti leghisti lombardi è alle stelle contro le decisioni, magari non condivise, “calate dall’alto”. I nostalgici vogliono un ritorno al territorio attaccando Salvini e la sua svolta nazionalista. “Vogliamo tornare ad avere rappresentanti politici, scelti dal territorio, espressione del territorio, legati al territorio”.
Non mancano gli attacchi diretti alla base governista e a Salvini stesso, anche se non espliciti riguardo all’incoerenza che domina la politica che pur di governare farebbe di tutto. I militanti leghisti insistono soprattutto su una cosa che era punto cardine della Lega Nord: l’autonomia. Poi seguono: “e poi contrasto all’immigrazione, sicurezza per il territorio e per i nostri giovani, lotta alla droga, parliamo di lavoro, battiamoci per togliere il vergognoso reddito di cittadinanza, difendiamo i temi della famiglia”.